Negli ultimi anni, abbiamo purtroppo imparato che il cambiamento climatico può riservare delle sorprese amare per le destinazioni turistiche italiane. L’alluvione che ha recentemente colpito Cogne è un esempio eclatante di come eventi meteorologici estremi possano avere un impatto devastante sulla domanda turistica. I dati raccolti mostrano un crollo delle ricerche di pernottamento del -53,0% il primo giorno e di un ulteriore -17,0% il giorno seguente l’alluvione. Questa contrazione non è stata temporanea: nelle due settimane successive, la domanda è rimasta bloccata, con una perdita significativa soprattutto per il periodo delle vacanze estive di luglio e oltre. In questo articolo, analizzeremo in dettaglio il danno causato dall’alluvione alla domanda turistica per i prossimi mesi estivi, cercando di capire quando e come far ripartire il turismo nella regione.
L’impatto sulla stagione estiva
A circa diciotto giorni dall’alluvione, la domanda turistica per Cogne è ancora ai minimi, registrando un -69,0% rispetto ai livelli pre-alluvione. Sappiamo bene che l’impatto negativo sarà significativo, soprattutto perché ci troviamo nel bel mezzo della stagione estiva ed abbiamo provato a quantificare e misurare questo impatto, chiedendoci quale mese sarà maggiormente colpito e se le conseguenze si protrarranno per tutta l’estate fino a settembre.
Dati alla mano, luglio è stato il mese maggiormente colpito, con un crollo della domanda che ha raggiunto il -78,0% tre giorni dopo l’alluvione, per poi scendere ulteriormente al -91,0% dopo dieci giorni. Anche se agosto ha mostrato una leggera ripresa rispetto a luglio, ha comunque subito una significativa contrazione del -63,0%. Settembre, infine, ha visto una riduzione del -39,0%, dimostrando come le ripercussioni dell’alluvione si siano estese anche nei mesi successivi.
La domanda estera: un drastico cambiamento
Considerando le nazionalità di provenienza dei turisti, il calo più marcato si è registrato nella domanda estera, che rappresentava circa il 66,0% del totale. Prima dell’alluvione, Cogne era una destinazione che riceveva grande interesse dalla domanda internazionale, con ricerche da turisti provenienti da più di 50 paesi per l’estate 2024. Tuttavia, dopo l’alluvione, il numero di nazionalità interessate si è ridotto drasticamente a 17, con una predominanza di paesi vicini come Francia, Svizzera e Belgio. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno mostrato un notevole calo di interesse: gli americani, che rappresentavano l’8,7% della domanda pre-alluvione, sono scesi al 2,4%, passando dal secondo al quinto posto tra le nazionalità di provenienza.
Segnali di ripresa
Nonostante il quadro generale sia negativo, ci sono alcuni segnali di ripresa. Il dato più chiaro è che la domanda turistica, seppur lentamente, sta cominciando a risalire. Questo è in gran parte dovuto alla riapertura della strada di collegamento a Cogne prevista per il 27 luglio, che ha già innescato un picco di ricerche di pernottamento. A partire dal 14 luglio, si è osservata una contenuta ripresa nella domanda di pernottamento, soprattutto da parte degli italiani. Tuttavia, è probabile che la maggior parte di questi spostamenti non sia legata al turismo di piacere, ma piuttosto a necessità contingenti.
Guardando avanti, è chiaro che la ripresa del turismo a Cogne sarà un processo lento e graduale. La riapertura delle infrastrutture chiave rappresenta un passo fondamentale, ma ci vorrà tempo per riconquistare la fiducia dei turisti, soprattutto quelli internazionali. Al momento, abbiamo potuto fare un primo bilancio per quantificare il danno fatto alla domanda turistica, ma l’attenzione rimane alta poiché la reazione della domanda e della destinazione saranno determinanti per i risultati del 2024.
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