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Come sta andando il turismo in Sicilia? Ecco cosa dicono i dati

Quando si parla di turismo in Sicilia i professionisti del settore identificano subito questa Regione come una importante meta di turismo balneare, ma, soprattutto, come un luogo in cui l’identità, la cultura e la tradizione caratterizzano fortemente il prodotto turistico.

Ma come sta andando la Sicilia in termini turistici? Gli avvenimenti degli ultimi anni potrebbero aver offuscato la nostra percezione di ciò che realmente sta accadendo nella regione; perciò abbiamo condotto un’analisi approfondita per ottenere delle risposte dai dati, per acquisire una comprensione chiara della situazione attuale del turismo in questa importante meta turistica del Sud Italia.


La Sicilia e gli anni di alti e bassi

Prima di iniziare a parlare di dati è bene contestualizzare, perché stiamo parlando di una regione con una antichissima storia del turismo. La storia del turismo in Sicilia risale ai tempi del Grand Tour, il famoso viaggio culturale che toccava quelle che oggi sono i must-see del turismo in Italia. Tra le poche destinazioni meridionali incluse, spiccavano Taormina e la Valle dei Templi in Sicilia, diventate simboli del gran finale di questo viaggio.

Per anni, questa esclusività ha dato alla Sicilia un notevole vantaggio turistico rispetto ad altre regioni del Sud Italia. Tuttavia, il tempo ha portato cambiamenti e col tempo anche le altre regioni del Sud, con le loro attrattive uniche, hanno iniziato a svilupparsi, guadagnando terreno nel settore turistico.

Anche la Sicilia ha saputo stare al passo con l’evoluzione del settore: secondo i dati Istat, tra il 2008 e il 2014, l’isola ha vissuto una crescita costante nel turismo, posizionandosi al secondo posto rispetto le altre Regioni del Sud Italia, subito dopo la Campania. La cosa più sorprendente è che in questi anni ad aumentare furono soprattutto gli stranieri: il picco di crescita si registrò proprio nel 2013, quando le presenze internazionali aumentarono ben del +13% rispetto all’anno precedente. Fu un risultato veramente molto importante per la Regione.

Tuttavia, dopo questi anni di successo, si è verificato un inaspettato rallentamento. Senza chiare cause esterne, la domanda turistica è diminuita, portando nel 2016 quasi a un milione di presenze in meno rispetto al 2013. In questo contesto, la Sicilia non ha saputo competere contro la Regione Puglia, che ha sorpassato l’isola grazie ad un periodo di crescita costante che durava da anni. Anche se il turismo in Sicilia ha mostrato segni di ripresa negli anni successivi, la Puglia ha mantenuto la sua posizione dominante, relegando la Sicilia al terzo posto nella classifica delle Regioni del Sud Italia. Per assurdo, la supremazia della Puglia è continuata anche durante il periodo del Covid. Nonostante la difficoltà del momento, nel 2020 la Puglia ha registrato 10,1 milioni di presenze; mentre la Sicilia solo 6,6 milioni.

Il recovery come nuovo inizio

Come è ben noto, la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante sul turismo globale, e la Sicilia non è stata un’eccezione. Nel 2020, la regione ha subito una drastica riduzione delle presenze turistiche, perdendo più della metà dei visitatori rispetto all’anno precedente (-56%). Ma, in realtà, il recupero della regione è stato eccezionale, ed è quasi tornata ai volumi del 2019. Stando ai dati Istat più recenti, nel 2022 la Sicilia ha recuperato il 97,8% delle presenze turistiche, dimostrando una grande forza e una grande attrattiva sulla domanda turistica. Tuttavia, la Puglia ha segnato un recupero ancora più impressionante, essendo l’unica regione del Sud Italia a registrare un tasso di recupero del 104,4%. Questo incremento nell’interesse turistico verso la Sicilia è un segnale molto positivo e potrebbe indicare l’inizio di un periodo di rinnovato dinamismo per l’isola, suggerendo che il turismo siciliano sia pronto a intraprendere una nuova fase di crescita e sviluppo.


Ripresa e rivalità: la Sicilia nel turismo estivo 2024

E la Sicilia quest’anno è ripartita: insieme a tutta Italia ha vissuto un anno di ripresa del turismo, anche se ha dovuto fare i conti con delle situazioni che l’hanno messa in difficoltà. Le difficoltà hanno incluso l’impatto degli eventi bellici sul mercato internazionale e l’inflazione, che ha portato a un aumento dei costi di alloggio. Inoltre, l’aumento dei prezzi dei voli ha avuto un impatto particolarmente forte sulle isole, e la Sicilia ha anche dovuto gestire le conseguenze dell’incendio all’aeroporto di Catania.

Ciononostante, la domanda turistica per la Sicilia è rimasta forte, anche se con variazioni tra le diverse destinazioni interne. A parità di esercizi ricettivi, durante i mesi estivi la Costa Siracusana, la Costa Ionica Messinese, l’area del Ragusano e la Costa Palermitana hanno registrato una maggiore richiesta. Il problema dell’inflazione si è fatta sentire soprattutto sul mercato domestico, che in tutte queste destinazioni è quello prevalente. La domanda degli italiani, infatti, è fortemente rallentata a maggio, mese cruciale per la stagione estiva. Poi, è tornata a crescere con l’avanzare della stagione ma è iniziata a scendere nuovamente a luglio; decisamente troppo presto.

Le previsioni per i prossimi mesi sono positive, tant’è che le destinazioni turistiche siciliane stanno già ricevendo richieste di pernottamento per la primavera/estate 2024. Tuttavia, la concorrenza è intensa, con destinazioni in Sardegna, Calabria e Puglia che registrano numeri incoraggianti. Nella competizione per la prossima primavera, le mete siciliane si posizionano bene: la Costa Ionica Messinese, con la rinomata Taormina, e la Costa Siracusana sono superate solo da Costa Smeralda e Salento; la Costa Palermitana si trova a pari merito con la Costa degli Dei. Per i mesi estivi, tuttavia, la Sicilia al momento non occupa le posizioni di testa. A parità di offerta ricettiva, la Costa Ionica Messinese, al momento la più richiesta per luglio e agosto 2024, rimane dietro a Costa Smeralda, Salento, Costa degli Dei e Gargano.

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